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GIORGIO BONORA: IMPRENDITORE CON LA I MAIUSCOLA!

By on Gennaio 24, 2025 0 62 Views

Il 24 Gennaio del 1992, a soli 67 anni, cessò di vivere Giorgio Bonora, imprenditore centese, fondatore, nel 1945, della Motori Bonora fra i protagonisti indiscussi del “miracolo economico” di Cento del dopoguerra.

Con le ricerche di Andrea Gilli scopriamo chi era Bonora…

Dopo essersi reso artefice della fondazione della Motori Bonora diede vita, in sinergia coi fratelli Adrasto e Angiolino, ad una fonderia di ghisa di seconda fusione che in seguito all’ ingresso, nel 1951, dei F.lli Fava divenne la fonderia Fa.Bo. Negli anni seguenti consolidò la sua esperienza imprenditoriale divenendo titolare della Biliardi Orsi (storica azienda centese produttrice di biliardi) che acquistò da Alceste Orsi, ultimo dei fratelli Orsi fondatore che gestiva ancora l’azienda e zio della moglie (Bonora sposò Fernanda Orsi figlia di Mentore) e poco più tardi fondò Politec produzione di leghe plastiche, con sede in Pieve di Cento.

Bonora nacque a Cento il 14 maggio del 1925 da Ferruccio, macellaio e Ada Roncarati, casalinga. Dopo le scuole primarie frequentò le scuole professionali “F.lli Taddia” (vera fucina di tecnici che contribuì notevolmente allo sviluppo economico della nostra città). Dopo le scuole iniziò a lavorare in una piccola azienda di riparazione e costruzione motori elettrici gestita da Apollinare Mercuriale, già direttore delle scuole “F.lli Taddia”. Sul finire della guerra quella piccola azienda si trasferì a Modena e Giorgio Bonora si mise in proprio, in un modesto laboratorio in affitto in via Baruffaldi, con una attività di riparatore di motori elettrici.

Nel 1950 in un capannone, sempre in affitto, presso la Biliardi Orsi, iniziò la produzione, sia pure a livello artigianale, di motori elettrici arrivando, nel 1953, a produrne fino a 200 esemplari al mese; oltre a seguirne la produzione, che si avvaleva di pochi operai anche loro provenienti dalle “Taddia”, si impegnò in prima persona nella commercializzazione dei prodotti percorrendo centinaia di migliaia di chilometri con una vecchia Topolino carica di motori e di… speranze. È nel 1952 che l’azienda si dà la denominazione attuale di Motori Bonora, e si proietta verso una produzione industriale.

Il salto di qualità avvenne nel 1954 a seguito dell’acquisto di un terreno nella zona ex segheria Gambetta, ora via Righi, dove costrui un moderno stabilimento per la produzione di motori asincroni trifase e monofase, ma anche ampliandone la gamma di produzione introducendo gli elettroutensili, le elettropompe, i compressori e i generatori svolgendo tutte le lavorazioni all’ interno dell’azienda, sviluppandone cioè tutti i reparti produttivi: fonderia, pressofusione, tranciatura, avvolgeria, lavorazioni meccaniche, verniciatura, strategia di sviluppo dettata dalla mancanza, sul mercato, di un’adeguata offerta di componenti e semilavorati. La diversificazione della produzione prosegue fino agli anni ’80 quando l’azienda decide di concentrarsi esclusivamente sui motori elettrici.

Nel 1990, quando apparirono i primi sintomi della malattia che lo porterà alla morte due anni dopo, il controllo e la gestione dell’azienda passò al figlio Diego che operò una radicale riorganizzazione produttiva delegando all’esterno le fonderie e le lavorazioni di base, per concentrarsi sulle attività di progettazione, lavorazioni meccaniche ed assemblaggio. Nel 1998 l’azienda si trasferì in un nuovo e più ampio stabilimento in Via Reno Vecchio (un tempo sede della storica Gru Pesci), dove ancora risiede e prospera.

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