
MARVELLI IL SINDACO CHE PORTO’ NELLE FRAZIONI ACQUA E GAS
Il 17 febbraio del 1882 nacque a Buonacompra Aldo Marvelli.
Lo si ricorda come una figura massiccia e possente di grande vigore fisico e forza morale, aveva due enormi mani, due robuste braccia e occhi fierissimi; fu uomo vero, politico coerente e amministratore serio e capace…oggi che la politica non è più interpretata come un tempo vale la pena tracciare un breve ritratto di quell’uomo e della sua azione politica.
Aldo Marvelli entrò per la prima volta in Consiglio comunale con le elezioni amministrative del 1914: prime elezioni a suffragio universale maschile (con la legge del 30 giugno 1912, n. 666 il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi di età maggiore di 30 anni, o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21, pagassero un’imposta diretta annuale di almeno 19,80 lire, o avessero conseguito la licenza elementare inferiore, oppure avessero prestato il servizio militare) e prima vittoria del Partito Socialista a Cento che designò come sindaco Paolo Onofri.
Assessore dal 1915 fino al richiamo alle armi avvenuto nel 1916, riprese il suo posto dopo il congedo, nel 1919. Venne rieletto nel 1920, rientrando in giunta per restarvi fino alla sopraffazione fascista.
Nell’ Ottobre del 1944 finì in carcere per sospetta attività antifascista, in quei momenti visse una profonda crisi spirituale che lo spinse verso la religione. Uomo vero, come pochi, da quel momento credette con fervore, ma la fede religiosa intensamente praticata non indebolì mai la sua ferma convinzione politica: per tutta la vita fu e restò un coerente socialista democratico, come semplice militante e come pubblico amministratore.
Da privato cittadino si batté fino al punto di promuovere una pubblica sottoscrizione, che purtroppo risultò inutile, contro l’utilizzazione di metà dell’area dell’ex foro boario (solo in parte destinata poi dallo stesso Marvelli nel 1953 a giardino pubblico attorno al monumento ad Ugo Bassi) per costruirvi case di abitazione.
Nel 1952, Aldo Marvelli fu eletto Sindaco di Cento quando già aveva 70 anni.
Come amministratore diffidava dei programmi pomposi: era un pragmatico che aggrediva i problemi quotidiani.
Come sindaco risolse in modo integrale i problemi dell’edilizia scolastica.
Risistemò ed ammodernò tutti i prefabbricati scolastici delle frazioni: Alberone, Bevilacqua, Buonacompra, Corporeno, Casamaro, Dodici Morelli, Renazzo e Reno Centese. Nel capoluogo costruì la scuola elementare di Via Gennari ed ampliò l’Istituto professionale F.lli Taddia; avviò la costruzione dell’attuale sede della Scuola media. Risolse per quei tempi in modo originale ed assolutamente economico il problema dell’acqua, allora scarsissima e razionata: pensò di forare dei pozzi e di attingere acqua direttamente dal sottosuolo, applicandosi allo studio dei progetti anche sotto il profilo strettamente tecnico. Estese l’acquedotto a tutti i “nuovi” quartieri periferici sorti nel capoluogo, a Renazzo, a Casumaro, a Reno Centese. Cercò caparbiamente ed ottenne l’allacciamento della rete del gas al metanodotto della Snm.
Sistemò ed asfaltò chilometri di strade, nel capoluogo e nel forese. Ammodernò il servizio di nettezza urbana, ampliò la rete di illuminazione pubblica, costruì giardini.
Da sindaco si oppose con tutta l’energia di cui madre natura l’aveva largamente dotato, purtroppo invano in quanto si trovò solo contro il proprio Consiglio comunale, alla costruzione del condominio S. Rocco, da tutti oggi considerato uno sfregio sul volto della nostra città.
Nel 1956 allo scadere del suo mandato dichiarò in una intervista, senza rischio di immodestia:
“Desidero esprimere una orgogliosa certezza: sfido chiunque a negare con dati di fatto che la presente amministrazione comunale abbia realizzalo da sola nei quattro anni della sua permanenza in carica più opere di quante non ne abbiano realizzate in un trentennio le precedenti, e questo vale soprattutto per le frazioni, che tutti avevano sempre trascurato. Noi ci facciamo vanto di aver fatto per le frazioni almeno quanto abbiamo fatto per il capoluogo”
Aldo Marvelli servì la propria città fino alla morte, che lo colse nel 1962, ad ottant’anni (solo due anni prima aveva accettato nuovamente la carica di sindaco).
In vista della morte lui, che nella sua lunga ed intensa vita alla comunità aveva sempre e soltanto dato, chiese e ottenne un privilegio: quello di essere sepolto in un angolo appartato del Cimitero di Cento, all’ombra di un leccio piantalo soltanto per lui. Di quel leccio, oggi, non ci sono tracce: chissà se sia mai stato piantato…
ED OGGI…in quattro anni di Amministrazione attuale non si è riuscita neanche a riaprire la G.A.M. (galleria d’arte moderna) e ha ulteriormente dimostrato tanta disattenzione verso questa terra con la ristampa delle tabelle turistiche messe nei punti di accesso alla città: tutte nuovamente sbagliate nell’ omettere il nome di una via dedicata all’ illustre concittadino Marcello Provenzali.
Grazie ad Andrea Gilli per la ricerca storica