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LO STORICO CAMPANILE DI RENAZZO

By on Settembre 21, 2019 0 1108 Views

Domenica 22 settembre, il Comune di Cento aderisce all’edizione 2019 delle Giornate Europee del Patrimonio #GEP2019 con una apertura straordianari dei campanili al pubblico promossa dall’Unione Campanari bolognesi, dal MIBACT con il patrocinio del Comune di Cento,  Assessorato alla Cultura. I campanili e l’attività dei campanari rappresentano una lunga tradizione e un forte legame con il territorio e i suoi monumenti simbolo. Ci sarà l’opportunità di visitare i campanili del territorio emiliano, in particolare quelli delle aree colpite dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, fra cui quelli di Renazzo e di Cento.

La visita alla parrocchia di San Sebastiano di Renazzo si terrà dalle 9 alle 10 e dalle 11 alle ore 12, con apertura del campanile e visite guidate a cura dell’Unione Campanari Bolognesi. L’ingresso è gratuito per gruppi di 8-10 persone per volta (sono consigliati abbigliamento sportivo e scarpe comode). Info e prenotazioni info@unionecampanaribolognesi.it oppure 371 4165441

Il campanile ha resistito al terremoto ma ha richiesto molti lavori di manutenzione: questo è un prestigioso campanile d’autore, progettato dall’architetto bolognese Angelo Venturoli e costruito fra il 1793 e il 1799. È alto 53 metri alla croce e pende, da sempre: ha un angolo di pendenza di 1,518° e la croce è fuori asse di 1 metro e 28 centimetri.

Ha dovuto essere rinforzato e protetto nel caso si presentassero altri eventi sismici. Sulle lesene esterne del fusto sono state inserite reti in fibra di carbonio con malta a base di calce, all’interno è stata posta una ristilatura armata sottotraccia mentre gli archi delle volte della cella campanaria sono stati ripristinati con cunei di acciaio inox. Le fondazioni sono state cerchiate e rinforzate come protezione antiribaltamento in caso di terremoto. E per non essere da meno della chiesa, progettata dall’architetto Carlo Francesco Dotti, è stato intonacato e ritinteggiato all’esterno.

Quattro prestigiose campane del fonditore Bolognese Cesare Brighenti per un peso complessivo di 2.404 kg sono rientrate in cella nel 1946; le precedenti del fonditore Angelo Rasori, datate 1819, erano state requisite nel 1943 e fuse per scopi bellici. L’iconografia sulle campane riconduce ai santi del luogo, San Sebastiano sul fronte della grossa, la Beata Vergine del Carmine sulla mezzana,  mentre su tutte è presente il nome del fonditore, l’anno di fusione e il nome del parroco che ha commissionato il lavoro, all’epoca Leopoldo Bonetti. Ci sono poi i nomi dei tanti caduti renazzesi della seconda guerra mondiale: non potendo far rifondere ciò che il fascismo aveva trafugato, i preti locali nel dopoguerra hanno voluto rendere omaggio ai loro caduti in questo modo.

La parrocchia di San Biagio a Cento si potrà visitare dalle 16 alle ore 19, ritrovo all’ingresso in via Matteotti, con apertura del campanile e visite guidate a cura dell’Unione Campanari Bolognesi. L’ingresso è  gratuito per gruppi di 10-12 persone per volta (sono consigliati abbigliamento sportivo e scarpe comode). Info e prenotazioni info@unionecampanaribolognesi.it oppure 371 4165441.

Il campanile della chiesa collegiata e parrocchiale di San Biagio fu costruito tra il 1760 e il 1763 su disegno dell’architetto centese Pietro Alberto Cavalieri a completamento delle opere di ricostruzione della chiesa intraprese dal Torreggiani a partire dal 1740.

La nuova torre, alta 57 metri, sostituì quella più antica, di forme romaniche, e fu posizionata non più all’interno delle mura della chiesa ma sul limite della via Grande, oggi via Matteotti.

Il campanile ha i caratteri architettonici tradizionali di quelli di area bolognese; tratti barocchi ha invece l’architettura esterna della cella campanaria, con modanature in marmo bianco, colonne d’angolo e mensole reggi fiaccole. Alloggiata in una nicchia rivolta su via Matteotti, è la statua marmorea di San Biagio, raffigurato con la mano alzata e il volto girato verso la piazza della città.

La cella campanaria è un vero scrigno che custodisce cinque campane originali e particolari, uno dei pochi esempi di concerto a cinque campane intonate con il tritono. La grossa è di Giovanni Domenico Dinarelli e risale al 1673 mentre le piccole, datate 1794, sono opera di Angelo Rasori. Le note sono Fa3 Sol3 La3 Si3 Do4: qui “l’onda”, cioè l’oscillazione tipica dei campanili bolognesi, si fa sentire. Particolare la tecnica delle ribattute che consiste in colpi di battaglio a mano mentre le campane sostano con la bocca verso l’alto; le ribattute si intercalano alle campane che roteano creando un arricchimento musicale che disorienta piacevolmente.

La punta, 53 quintali di mattoni e guglia in marmo con croce e banderuola, fu portata a terra a causa dell’incrinatura del sisma 2012, ricostruita e infine riposizionata a fine lavori.

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