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E’ DISCRIMINATORIO PRIVILEGIARE CHI RISIEDE DA PIU’ TEMPO SUL TERRITORIO

By on Febbraio 1, 2024 0 124 Views
Maggioranza compatta, nel Consiglio Comunale di Mercoledì 31 Gennaio, nel respingere l’ordine del giorno promosso da Fratelli d’Italia che aveva rivolto al Sindaco Accorsi di intervenire, presso gli organi regionali, contro la recente delibera (del 18 dicembre 2023) che dispone che i regolamenti comunali non possano più prevedere la residenzialità storica come motivo premiale nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari.
Per i Consiglieri PD, Attiva e Cento SI Cura….”in termini semplici, la Regione non consente più che chi risiede da più tempo nel territorio di un comune goda per questo di un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per la casa.
Nell’ o.d.g. questa disposizione regionale viene presentata come una indebita ingerenza della Regione nella libertà di ciascun Comune di formulare i propri regolamenti e stabilire i propri criteri. In realtà la Regione non fa altro che richiamare una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza 9/2021) che definisce incostituzionale e discriminatorio privilegiare nelle graduatorie chi risiede da più tempo sul territorio, auspicando una omogeneità di regolamentazione su tutto il territorio regionale, fondata su un principio di equità che riconosce la grave situazione di bisogno abitativo, come base operativa della formulazione delle
graduatorie. Nel nostro regolamento comunale viene valutato lo stato di indigenza, la presenza di disabili o anziani nel nucleo familiare, il numero di figli, la perdita della casa per sfratto, o separazione. Stiamo parlando di persone in difficoltà che, tra l’altro, possono essere state spinte proprio dal bisogno a spostamenti che non
consentono loro di essere residenti di lunga data.
La residenza storica non va confusa con il requisito della residenza. Sono infatti ammessi alle graduatorie solo coloro che risiedono nel Comune di Cento al momento della domanda e inoltre che risiedono o lavorano stabilmente nel territorio regionale da almeno tre anni. Riteniamo che questo requisito costituisca già ampiamente una garanzia di presenza stabile sul territorio dei soggetti che presentano domanda e la loro appartenenza alla comunità. Essi sono quindi titolari del pieno diritto di accedere ai servizi offerti dal comune e di essere sostenuti nelle situazioni di difficoltà.
Nel nostro Comune si cerca di affrontare i veri problemi delle case popolari, investendo 2,1 milioni (fondi PNRR) per l’adeguamento sismico ed efficientamento energetico di alcuni alloggi, così come la vendita di 2 alloggi non economicamente vantaggiosi nel recupero per permetterne la ristrutturazione di altri.
Le destre stanno cavalcando il sentimento populista che i residenti (“i nativi”) che pagano le tasse verrebbero superati dagli “stranieri” nelle graduatorie dei servizi sociali, inclusa quella dell’assegnazione degli alloggi popolari.
Noi riteniamo questa idea, oltre a non essere reale e contraria alle sentenze costituzionali, sposta l’attenzione dai veri problemi che presentano le case ERP, ovvero la risposta equa ai bisogni di residenza dettati dalle condizioni economiche”.
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