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CEVOLANI: AGLI STUDENTI CHIEDEVA DI “ABITUARSI A RAGIONARE”

By on Ottobre 2, 2023 0 135 Views
Giuseppe Cevolani era un centese doc nato nell’ Ottobre 1877 presso casa di Corso Barbieri n 11 da Alessandro e da Beatrice Proni.
Iscrittosi alla facoltà di Lettere all’Università di Bologna dimostrò un vivo interesse per gli studi di grammatica italiana e latina e anche di filosofia, il 18 luglio del 1900 si laureò e nel novembre dello stesso anno cominciò la Sua quarantennale e ininterrotta attività presso il Liceo-Ginnasio della nostra città, distinguendosi per dedizione e straordinaria rettitudine che gli derivava da un cristianesimo profondamente sentito; con entusiasmo ed amore assolse i doveri dell’insegnamento, da lui concepito come sacra missione, una sua massima che ripeteva spesso ai suoi allievi era: “dovete abituarvi a ragionare; senza l’abito della logica, la vostra mente farà confusione. Sempre.”
 
Tra il 1905 e 1912 pubblicò su svariate e importanti riviste trentuno lavori geniali ed acuti di carattere filosofico (pubblicazioni che alcuni suoi allievi raccoglieranno in due volumi, “Le illogicità dei Grammatici” e “Studi critici di Sintassi latina” pubblicati rispettivamente nel 1958 e nel 1960); per citarne qualcuno “Sulla settima legge sillogistica”, “Sulla teoria rosminiana della conversione dei giudizi”, “Sopra un passo illogico della logica di Rosmini”, “La proposizione incidente nella logica tradizionale”, e “Anatomia delle tre figure sillogistiche”. In questo stesso periodo non mancano su riviste specialistiche (“Gymnasium”, “Rivista di Filologia classica”, “Atene e Roma”, “Classici e Neolatini” ecc.) pubblicazioni ispirate a temi e motivi linguistici.
 
Dopo il 1912 si dedicò quasi esclusivamente ad indagini di Grammatica Latina favorendone la nascita come disciplina scientifica.
 
Piuttosto basso di statura, esile, vestito sempre di uno stesso colore indefinibile tra il grigio ed il marrone, portava spesso un cappello a targa falda, tirato giù sul davanti, poco o nulla si sa della sua vita fuori dallo studio: religioso, si recava per la messa alla chiesa della Rocca, a due passi da casa; gli piaceva assistere a qualche spettacolo lirico dall’angolo di un palco del teatro comunale; non di rado, in compagnia dell’amico E. Turazza, andava sulle colline bolognesi per brevi gite domenicali; a Cento, solo o in compagnia del farmacista, il dott. Baraldi, con il quale lo si sentiva discutere della fantasia dell’Ariosto, faceva una passeggiata quotidiana, sempre con lo stesso percorso, per le stesse vie, talora anche lungo il canale fino a S. Liberata.
 
Concluso l’insegnamento pubblico nel ginnasio centese, prolungato di fatto da qualche breve incarico liceale, il Cevolani continuò quello privato fino agli ultimi anni, senza cessare di occuparsi di questioni di grammatica e di logica.
 
Morì a Cento il 3 Luglio 1961.
 
A lui l’amministrazione comunale, sul finire degli anni ’80, dedicò una lapide che fece collocare all’esterno della casa in cui lungamente visse oltre ad intitolare a suo nome il Liceo Ginnasio cittadino.
Grazie ad Andrea Gilli per il prezioso contributo storico
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