Ultime News
  • Home
  • homepage
  • PRIMA ERA L’INFERNO (INFE’REN) POI…IL 5 LUGLIO, SI DIEDE IL VIA AL PROGETTO “NUOVO MACELLO COMUNALE”

PRIMA ERA L’INFERNO (INFE’REN) POI…IL 5 LUGLIO, SI DIEDE IL VIA AL PROGETTO “NUOVO MACELLO COMUNALE”

By on Luglio 4, 2023 0 230 Views
la prima struttura….
Il Pubblico Macello, o meglio il Macello Pubblico Comunale, struttura base per la macellazione dei grandi animali (il comparto della macellazione dei piccoli animali da cortile e dei conigli aveva una storia a sé) era una istituzione la cui presenza era obbligatoria in tutti i comuni con più di 6000 abitanti (che potevano darvi vita da soli o consorziati).
Queste istituzioni, nella maggior parte dei comuni, avevano caratteristiche strutturali e funzionali molto semplici.
 
Un primo macello comunale, già nel 1755, sorgeva a fianco dell’attuale Teatro Comunale in angolo tra le attuali vie Guercino e Campagnoli, tale angolo dall’uso cui serviva volgarmente veniva chiamato “l’inféren”, l’inferno; divenuto troppo centrale e anche per gli sgradevoli odori venne abbandonato e abbattuto
 
la seconda struttura…
Nel 1856 venne costruito un nuovo Macello a capo della Via Gennari sul “Ramparo di Settentrione”, all’incirca in corrispondenza dell’odierna entrata allo stabilimento Essicatoi Fava, su progetto e direzione dell’lng. Antonio Giordani, la nuova struttura aveva un aspetto decoroso ed era arricchita da sculture in bassorilievo, un gigantesco paio di corna bovine che dominava a mò d’insegna sul frontone d’ingresso aveva fatto sì che la zona fosse conosciuta come “al bòregh di córen”, il borgo delle corna, fu demolito a cavallo tra la fine del 1945 e l’inizio del 1946.
 
la struttura attuale…
La costruzione di un nuovo macello venne discussa e approvata dal consiglio comunale del 5 luglio del 1925; la progettazione del nuovo impianto fu affidata all’ing. Giuseppe Samaritani.
Tutta la sua costruzione, compresi gli impianti elettrici e l’acquisto dell’area importò una spesa di circa quattrocentomila lire a cui il comune provvide mediante mutuo.
Il comparto, ubicato nelle immediate vicinanze del Centro Storico, occupa un’area di circa 4.300 mq ed è compreso tra via Augusto Fava (già via del macello) e via della Quercia, di 820 mq la superficie coperta dei fabbricati; gli edifici, tutti realizzati in muratura a pietra vista, che compongono il complesso sono, la casa del custode, l’edificio principale con le grandi sale di macellazione a doppio volume, decorato con un frontone su cui spicca la scritta Macello Comunale e lo stemma del nostro comune, e quattro edifici di servizio posti sui lati maggiori del lotto che venivano utilizzati in passato come magazzini.
 
L’immobile utilizzato come casa del custode e il corpo di fabbrica centrale, con le sale di macellazione, risultano vincolati per requisiti storico artistici dalla Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna art. 12 del D.Lgs. n. 42 /2004;
 
Non vi sono date di inizio e fine lavori, si sa però che venne ufficialmente aperto il 15 luglio 1930. Fu durante Il Consiglio Comunale che si tenne nei giorni 28 e 29 Giugno del 1990, dopo una relazione dell’Assessore alle finanze Guido Gaiani in cui ricordò come da anni l’impianto operasse in forte passivo che fu avanzata la proposta di chiusura a partire dal primo gennaio del 1991. Questa proposta fu accettata all’unanimità.
 
l’oggi e…il domani…
A partire degli anni ’80, persa la funzione iniziale degli immobili, l’intera area e parte degli immobili sono principalmente utilizzati come magazzini comunali, è anche sede dei colombofili centesi e nella palazzina d’ingresso, ex casa del custode, ha sede un gattile gestito da Enpa; si è spesso sentito parlare di riqualificazione dell’intera area, nelle ultime campagne elettorali sono state spese più di una promessa per il recupero, agli inizi degli anni 2000 pareva diventasse sede del centro anziani, poi sede dell’università di Ferrara, trasformata in laboratori specifici per laurea breve in ingegneria, poi sembrava dovesse diventare sede di una struttura all’ avanguardia, unica al mondo, specializzata nella ricerca nel campo della microchirurgia sui componenti al titanio per la spina dorsale e oggi (stante all’ultima campagna elettorale) pare ci sia un progetto firmato Edoardo Accorsi e dall’architetto Chiara Pellizzola, per un recupero architettonico che dovrebbe essere ultimato entro il 2025 in concomitanza col centenario della costruzione della struttura… chi vivrà vedrà!
 
le ricerche ed i contributi storici sono di Andrea Gilli
Share Button
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *