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GIORGIO ZECCHI: IDEATORE E REGISTA DELLA SACRA RAPPRESENTAZIONE

By on Marzo 24, 2016 0 1414 Views

Il Castello della Rocca al buio ed il Piazzale divenuto, per la serata del Martedì Santo 22 marzo, un “palcoscenico naturale”, come l’ha definito Giorgio Zecchi, ideatore e regista, sono stati teatro di una suggestiva rappresentazione intitolata “L’UOMO E DIO. L’INGRATITUDINE E L’AMORE”.

Condotti per mano da un nonno (Alessandro Frabetti), attraverso le domande di una bambina e le risposte di Gesù, è stata rivissuta la vita di Nostro Signore Gesù Cristo, partendo dall’Annunciazione, con la nascita, la fuga in Egitto, i Farisei, fino alla  Crocifissione e alla Resurrezione,  rappresentata da attori e figuranti.

Gli interpreti: Alessandro Frabetti, Chiara Tassinari,Gruppo Storico “Compagnia Il Governatore delle Antiche Terre del Gambero” e giovani delle Parrocchie di Cento.

 Voci recitanti: Alessandro Frabetti, Luca Mansi, Alessandro Ramin e Chiara Tassinari.

I testi di Aldo Govoni e Giorgio Zecchi, accompagnati da  musiche splendide ed evocative  ( solo per citarne qualcuna, da Stamatis Spanoudakis, moderno compositore greco, al  Chorus of the Royal Opera House & Covent Garden,  da un brano de “Le Cronache di Narnia” al “ Santo” di Luigi Patruno), hanno sviluppato il concetto dell’Amore, quale unica forza che può cambiare il mondo, ripercorrendo il tema dell’Anno Santo della Misericordia.

Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” condividendo e non sprecando le risorse di cui disponiamo; “ho avuto sete e mi avete dato da bere”, rispettando l’ambiente e le fonti d’acqua, nell’ottica del bene comune; “ero straniero e mi avete accolto”, riconoscendo nell’altro, nella sua cultura e religione, una ricchezza ed un dono e non un peso o un problema; “ero nudo e mi avete vestito”, aprendo gli occhi sulla povertà invisibile, andando incontro alle persone più fragili ed indifese; “ero ammalato e mi avete visitato”, prendendo cura di se stessi e degli altri, accompagnando e condividendo il tempo con chi sta male; “ero in carcere e siete venute a trovarmi”, incontrando chi è prigioniero di se stesso o di una qualche forma di dipendenza.

Guerre, morti premature, corpi inghiottiti dai mari, cadaveri abbandonati sulle autostrade, immagini di indifferenza globalizzata, morti assurde. Attraverso le parole del Vangelo sono stati offerti momenti di riflessione e di crescita, guardando l’altro con amore attraverso la misericordia,  concludendo con la frase chiave delle consegne di Cristo ai suoi : “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”  .

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Foto di Mariarita Atti

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